Il peccato

Drammatico

Descrizione dello spettacolo

Spettacolo in due atti liberamente tratti da “Se questo è un uomo” di Primo Levi, “Zio Arturo” di Horowitz, “Terrore e miseria nel Terzo Reich” di Bertolt Brecht, “Dio Kurt” di Moravia. All’inizio è stata prevista, quando necessaria, una introduzione per spiegare lo spettacolo ai ragazzi.

Lo spettacolo parla dell’olocausto visto da un’angolazione particolare.

Nel primo atto l’assemblaggio, logico e coerente, di brani tratti da autori che si sono occupati di questo argomento, ci mettono a conoscenza delle condizioni di vita nella Germania durante il periodo nazista: le prime imposizioni, i sospetti, le spiate, tutto intervallato dall’invettiva che Primo Levi lancia in “se questo é un uomo” e da canzoni dell’epoca. Si arriverà all’inevitabile epilogo, dettato da una macchina lucida e perversa, il nazismo. I protagonisti di questo oscuro e drammatico mondo verranno presi dalle SS e deportati.

Tutto si svolgerà in maniera assolutamente aderente a quella che era la realtà dell’epoca, gli attori indosseranno le divise dei deportati e abbandoneranno il loro bagaglio, sotto il perentorio ordine dei soldati in divisa nazista.

Nel secondo atto (liberamente tratto da “Dio Kurt” di Alberto Moravia) i protagonisti sono già nel campo di concentramento in cui comanda il generale Kurt, spietato interprete delle leggi naziste, allucinato cervello, pronto ad attuare i più crudeli esperimenti, onde dimostrare la supremazia nazista. I deportati saranno costretti ad assistere alla delirante idea del comandante che vuole mettere in scena “l’Edipo Re” di Sofocle, tragedia nella quale il protagonista, Edipo, si sposerà con la madre e ucciderà il padre, all’oscuro del fatto che siano i suoi genitori. Kurt vuole mettere in scena questa grande pagina del teatro greco con i deportati del campo, ma rendendo reali nei minimi particolari tutti i fatti; attraverso questo pretesto Kurt vuole rendere noto il “peccato” commesso dagli ebrei e affermare definitivamente quanto quel popolo non abbia diritto a vivere, insomma il vero “peccato” per il popolo ebreo, secondo lui, è di esistere! I risvolti saranno agghiaccianti e lasceranno i presenti sgomenti.

Lo spettacolo vuole essere una vera e propria denuncia dei fatti, restituendo un’immagine reale dei tempi, senza nulla togliere all’evento spettacolare, che vuole momenti di suggestione, sfumature, emozioni, cura dei costumi e delle musiche.

Lo spettatore si troverà, non in un teatro davanti ad uno spettacolo, ma dentro a quella storia, che é e rimane la più orribile pagina vissuta dai nostri padri e noi dobbiamo necessariamente ricordare: “O vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi”, così come ci ha lasciato scritto Primo Levi.

Le rappresentazioni

Martedì 3 febbraio 2009, ore 21.00
Teatro Gobetti (via Rossini, 8), Torino

Regia di Maurizio Messana. In scena: Simonetta Baldi, Giacomo Bertola, Elio Biginelli, Roberto Billi, Vanda Cadoni, Ornella Devitis, Danilo Fanelli, Valeria Francese, Terry Giannini, Tonia Lombardo, Marlene Pietropaoli, Stefania Salvatore.